lunedì 11 febbraio 2013

è bello sciare quando sai sciare





Dopo la serie “è bella la montagna quando sei in montagna”... ecco l'arrivo del nuovo leitmotif della stagione: “è bello sciare quando sai sciare”.

Deve essere il freddo che mi congela il cervello, ma queste sono le frasi che produco mentre risalgo le montagne sulla seggiovia. Si si, hai ragione, il contenuto sembra mancare, ma se spali un po’ di neve lo trovi.
Innanzitutto, quando inizi a sciare tutto fa fatica. Una fatica non necessaria.

Partiamo dal principio: ti devi alzare presto. E visto che in generale a sciare ci vai quando sei in vacanza o durante i fine settimana, la domanda che sorge spontanea è: “perché?”.
Poi ti devi vestire con più strati. Certo, l’omino michelin sembra tanto comodo con tutti i suoi rotolini. Personalmente, non sono sicura di avere lo stesso agio.
Poi devi andare a comprare lo skipass, e in generale è così che inizia la giornata di sci, in coda allo sportello.
Ma ancora non hai iniziato: devi finalmente infilare gli scarponi. Provi da seduto, spingi, spingi, spingi… e pensi: ora so perché le donne incinte non possono andare a sciare, perché partorirebbero solo infilando gli scarponi. Ma poi ce l’hai ben fatta, ed è ora di camminare verso la telecabina. Una camminata nonchalant.. certo, molto sexy con quegli scarponi e cinque chili di sci sotto i bicipiti, che dopo una giornata di sci fanno concorrenza a Stallone ... o almeno danno questa impressione.
E dopo tutto questo, ancor non hai infilato gli sci!
Quindi è ora di iniziare: sali bene in cima, aggiusti la sciarpa, i sottoguanti, i guanti, scendi dalla telecabina e infili gli sci. Clac! Clac! Fshhhh, fshhh, fshhh, fshhh…merda la pista era di la! E ti ritrovi su un pezzo di muro – o che almeno tu chiameresti muro – e che tutti sembrano non vedere. Tutti giù sculettando qua e la, e tu… con le cosce infuocate inizi a fare calcoli di trigonometria su come arrivare alla fine, possibilmente in vita.
E arrivi giù. Per? Per riprendere la seggiovia!risalire e ricominciare daccapo! Una bella ventata di aria fredda sulle gote, e via di nuovo un’altra discesa. Così fino all’ora di pranzo.
E all’ora di pranzo, se sei fortunato mangi un piatto caldo. E allora fai la coda. Di nuovo. E al momento di ordinare “una tartiflette per favore!”, ecco che il cassiere ti guarda con aria soleggiata e ti dice “ho appena venduto l’ultima porzione”. Allora opti per una qualunque altra opzione usando il criterio logico "la meno peggio", e riparti con il vassoio verso la terrazza. Certo perchè all'interno è tutto pieno, e visto che fuori ci sono solo -15 gradi, perchè non approfittarne? Quindi pranzi. Per poi riniziare il tran tran. E qui inizia il paradosso: le dita perdono i sensi e i piedi congelano mentre le cosce sono totalmente infiammate. E tu sali. Scendi. Sali. Scendi. Sali.
Ed arriva così il momento fatidico dell’ultima discesa. Quella in cui metti tutta la tua energia, per farla bene, e per meritarti l’unica ragione per la quale sarai soddisfatto della giornata: togliere gli scarponi.

Ahhhhhhhh.
Che bella giornata.

Ora... dopo anni di giornate di sci fatte così… ieri ho finalmente sorpassato tutte queste tappe, ed ho aaaadoooorato sciare. E quindi, conclusione ovvia è: sciare è bello quando sai sciare!

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